Differenze tra allergie ed intolleranze alimentari

Differenze tra allergie ed intolleranze alimentari

Il medico viennese Clemens Von Pirquet nel 1906 definì per la prima volta il termine allergia come “un’alterata capacità acquisita e specifica dell’organismo di reagire contro sostanze estranee ad esso”.  Le intolleranze alimentari sono state definite “allergie non allergiche” dall’allergologo Kaplan quando, nel 1991, presentò un suo articolo in cui descriveva l’esistenza di stati allergici che non potevano essere correlati al rilascio di immunoglobuline E (IgE). Il meccanismo che causa lo scatenamento di una reazione allergica si deve ricercare nell’alterata ed eccessiva reazione del sistema immunitario che in presenza di determinate sostanze (allergeni) le riconosce come dannose.

Solo in caso di una risposta di tipo immunologica, anomala o eccessiva, ad uno specifico allergene alimentare, mediata dalle IgE, si può parlare di “allergia alimentare”.

Si deve parlare, invece, di “intolleranza alimentare” ogni volta che si osserva una reazione ostile, da parte dell’organismo, nei confronti di un determinato alimento ingerito caratterizzata da una diversa sintomatologia rispetto alle allergie. Nella condizione di intolleranza alimentare la reattività dell’organismo non raggiunge mai lo stato di shock anafilattico e non si riscontrano quasi mai effetti “immediati” tipici delle reazioni di ipersensibilità, ma si assiste generalmente ad un periodo di latenza tra l’introduzione della sostanza scatenante e la reazione dell’organismo. Le incompatibilità alimentari producono, infatti, disturbi che si manifestano anche a distanza di 15/72 ore dall’ingestione della sostanza incriminante. E’ quindi difficile stabilire una diretta correlazione di stati di intolleranza a specifiche assunzioni di cibo e solamente un’analisi più approfondita può risultare efficiente nella ricerca delle cause e dei fenomeni ad esse connessi. L’allergia alimentare generalmente rimane per molti anni, spesso per tutta la vita anche se il cibo incriminato viene scrupolosamente eliminato. L’intolleranza alimentare, invece, scompare se l’alimento non viene assunto, a volte anche definitivamente, tuttavia può ripresentarsi se quel cibo viene reintrodotto nella dieta. Le condizioni sintomatologiche connesse alle intolleranze alimentari si palesano secondo quadri più o meno lievi che colpiscono i diversi apparati dell’organismo. L’intolleranza non ha una tipologia di sintomi definita, ma si presenta in ogni paziente in modo diverso sia per il tipo di sintomo che per il tipo di cibo che lo provoca. Tra i sintomi più comuni vanno annoverati stanchezza, cefalee, nausee, ritenzione idrica, dolori addominali, ansia, depressione, irritabilità, alterazioni della pressione arteriosa, pruriti locali, eczemi, dermatiti, disordini del peso corporeo con variazioni sia in eccesso che in difetto.

Le intolleranze alimentari, inoltre, costituiscono un fenomeno che appare collocarsi sempre più come “concausa” in numerose condizioni patologiche presenti oggi nella nostra popolazione.

Non sempre le intolleranze alimentari costituiscono la causa unica di tali stati patologici; non sempre, infatti, c’è una relazione diretta tra queste e la condizione di anormalità. In questi casi, le intolleranze sono da considerarsi come concause, cioè condizioni che determinando l’indebolimento del sistema immunitario predispongono l’organismo verso l’instaurarsi dello stato patologico. In questi casi un’indicazione dietetica sulla base dei risultati dell’analisi a determinate intolleranze aiuta l’organismo al ristabilimento delle condizioni di normalità sebbene non rimuova la causa principale della patologia. La condizione di intolleranza riscontrata dall’analisi è riconducibile talvolta ad un accumulo di sostanza. Spesso si diventa ipersensibili ad alcuni alimenti per averne abusato, pertanto isolando temporaneamente i cibi molesti diamo la possibilità al nostro sistema immunitario di ristabilirsi, quindi dopo aver seguito le sole indicazioni di eliminazione (ove non fosse necessario seguire un trattamento specifico per qualche patologia), i cibi reattivi possono essere reintrodotti nell’alimentazione mediante una dieta rotazionale.

Le intolleranze alimentari si presentano oggi come un fenomeno caratterizzato da una frequenza molto elevata. Circa il 45% della popolazione ne soffre. Sono sempre più, inoltre, le sostanze e gli alimenti che intossicano il nostro organismo. Lo stato di intolleranza risulta anche da una maggiore sensibilizzazione verso composti provenienti da industrie alimentari, coltivazioni ed allevamenti in cui si fa uso di pesticidi, diserbanti, concimi chimici di sintesi, conservanti, antibiotici, coloranti, batteriostatici, ormoni ed integratori e dall’ inquinamento atmosferico. L’inquinamento ambientale ha arricchito notevolmente di metalli tossici, come mercurio, cadmio, piombo, il suolo, le acque, l’atmosfera con conseguente contaminazione degli animali e delle piante che mangiamo. A tutte queste sostanze si aggiunge poi una nuova generazione di cibo geneticamente modificato detto anche “transgenico” o più comunemente OGM (Organismi Geneticamente Modificati), organismi, piante o animali, modificati nel codice genetico che presentano un nuovo DNA che può produrre, sebbene in piccole quantità, nuove proteine (potenzialmente pericolose) estranee all’organismo stesso. La presenza di queste sostanze negli alimenti può sensibilizzare così l’organismo e intervenire alterando il sistema immunitario, rallentando il metabolismo e modificando negativamente la flora intestinale. Risulta pertanto fondamentale e sempre più importante ritrovare il proprio equilibrio naturale seguendo un’alimentazione migliore, più corretta e bilanciata.i due fuochi [40129]


Sintomi legati alle allergie alimentari

SINDROME ORALE ALLERGICA: cavo orale (bruciore, pizzicore, gonfiore).

SINTOMI DOVUTI A REAZIONI SISTEMICHE: interessamento di tutti gli organi interni (shock anafilattico)

EPIDERMIDE: orticaria acuta (rigonfiamenti), dermatite atopica (eczemi).

APPARATO GASTRO–ENTERICO: gonfiore, dolori addominali, nausea, vomito, diarrea, stitichezza.

APPARATO RESPIRATORIO: rinite, congiuntivite, asma.


Sintomi legati alle intoleranze alimentari

SINTOMI GENERALI: stanchezza, ritenzione idrica, borse oculari, sonnolenza postprandiale, alitosi, aumento della sudorazione.

SISTEMA NERVOSO: cefalea, ansia, depressione, irritabilità, scarsa memoria, difficoltà di concentrazione, vertigini, vampate di calore.

APPARATO RESPIRATORIO: difficoltà di respirazione, asma, tosse, rinite allergica, sinusite.

APPARATO CARDIOCIRCOLATORIO: alterazioni della pressione arteriosa, palpitazioni, extrasistoli, aumento della coagulabilità del sangue.

APPARATO GASTRO-ENTERICO: gonfiore, senso di nausea, dolori e crampi addominali, gastrite colite, disturbi dell’alvo (diarrea, stitichezza), eruttazione, aerofagia, prurito anale, emorroidi.

APPARATO UROGENITALE: cistiti, infiammazioni urogenitali, sindrome premestruale.

APPARATO MUSCOLO-SCHELETRICO: crampi, spasmi, tremori muscolari, debolezza muscolare, dolori articolari, tunnel carpale, artrite, infiammazioni muscolo-tendinee.

EPIDERMIDE: prurito locale e generalizzato, acne, eczema, dermatiti, vari tipi di lesioni dermatologiche, psoriasi

INESTETISMI: cellulite, sovrappeso, obesità.